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sab 13 apr 2024

LUOGO

Verona (Verona)
Veneto
sab 13 apr 2024

Una chiesa racconta ... (Biciclettata - Ciclostorica)

Proposto da: FIAB Verona Amici della Bicicletta APS

Il sito dove sorgono le chiese di san Procolo e san Zeno era occupato, a partire dal II-III secolo d.C. da una necropoli romana, che si estendeva fino all’Adige ed era posta lungo la via Gallica (diretta a Brescia).

Con la nascita della prima piccola comunità cristiana a Verona verso la metà del III secolo, accanto alle altre iniziarono ad essere collocate anche le tombe cristiane e in questa necropoli trovarono sepoltura per un certo periodo i vescovi della città, dal primo, Euprepio, al quarto, Procolo e all’ottavo, il famoso Zeno.

San Procolo è stato il quarto vescovo di Verona, dopo Euprepio, Cricino e Agapito, in un’epoca in cui, prima dell’editto dell’imperatore Costantino del 313 d. C., i cristiani potevano essere ferocemente perseguitati.

Secondo la tradizione popolare durante la persecuzione di Massimiano e Diocleziano (intorno al 304), il santo vescovo Procolo, operatore di miracoli, ormai molto anziano, era stato convinto a rifugiarsi in un ritiro fuori città. Nel frattempo a Verona Fermo e Rustico, due illustri personaggi dichiaratisi cristiani, furono condannati a morte. Il vescovo Procolo, quando lo seppe si presentò in tribunale chiedendo di subire la stessa sorte, ma il giudice lo ritenne un vecchio pazzo e lo affidò ai suoi sgherri che dopo averlo malmenato lo cacciarono dalla città. Procolo in seguito riuscì a tornare accolto con grandi feste e l’anno dopo morì.

I cristiani veneravano i martiri e i confessori della fede, i cui corpi ritenevano santificati dalla coabitazione con un’anima salita in paradiso, perciò attribuivano alle loro reliquie poteri salvifici per lo spirito e taumaturgici per il corpo.

Al vescovo Procolo che aveva operato miracoli, da vivo e da morto, dopo la prima metà del V secolo fu dedicata questa chiesa in cui furono traslati i corpi dei vescovi sepolti nel circostante cimitero.

Della chiesa paleocristiana restano le fondamenta e parti dell’alzato sulle quali furono innalzati i muri della chiesa attuale. Restano inoltre visibili sotto l’attuale pavimento due tratti di fondamenta murarie della facciata originale e, all’esterno, parte del muro dell’abside, per un’altezza di circa mezzo metro.

L’edificio è orientato con l’abside rivolta verso il sorgere del sole, simbolo della luce di Cristo.

La chiesa fu ricostruita intorno all’anno mille, e l’interno venne strutturato su tre piani, secondo le nuove esigenze liturgiche: il piano originario restò fino a circa metà dell’edificio e costituì la chiesa plebana, riservata al popolo, mentre la seconda metà fu ripartita in due piani sovrapposti, in basso fu scavata la cripta e sopra di essa fu innalzato il presbiterio.

Verso la fine del XV secolo vennero eseguiti restauri all’interno della chiesa, in occasione dei quali, nel 1492 furono riscoperte, sotto l’altare maggiore della cripta, le sepolture dei primi quattro vescovi i cui nomi erano incisi su lamine di piombo.

Lo stato attuale dell’edificio è quello risultante dopo i restauri iniziati nel 1985 con una campagna di scavi sistematici che riportarono alla luce le tombe seicentesche, il pavimento romanico e le tombe longobarde, sotto alle quali emersero le fondamenta e il pavimento della basilica paleocristiana, che celava a sua volta le sepolture paleocristiane e romane dell’antica necropoli.

Sotto la guida del prof. Leonardo Venturini, potremo scoprire la storia di questa antichissima chiesa e con essa ripercorrere la storia della città.

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