Domenica 18 Maggio in bici verso il bacino del Cillarese, area di congiunzione tra l’Appia Traiana e l’Appia Antica
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Pedalata in tutta sicurezza verso il polmone verde della città attraversando il percorso della Marina Militare al Castello Svevo. La pedalata torna a Brindisi grazie alla collaborazione di più di venti associazioni della città e la generosità di Coop Alleanza 3.0, Naturasì e Caffè Quaranta.
Un appuntamento fisso di maggio che resiste alla defezioni in città degli eventi BRINDISI IN BICICLETTA e BIMBIMBICI . Un evento voluto dagli organizzatori proprio per testimoniare la necessità di continuare a diffondere l’uso della bicicletta nella città di Brindisi, perfetta per la mobilità “attiva” in bici e a piedi. E creare quel movimento dal basso per riprendere il discorso delle piste ciclabili, cosi necessarie per la sicurezza delle persone, per l’abbattimento dell’inquinamento e per una mobilità più salutare. Oltre alla questione trasporto pubblico e parcheggi che farebbero di Brindisi una città in linea con gli obbiettivi di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
La manifestazione ciclistica per le famiglie e bambini propone un nuovo percorso che potrà interessare giovani e adulti. Tutta la cittadinanza è invitata. L’allegra comitiva percorrerà la ciclabile in sicurezza raggiungendo il Parco del Cillarese. Al Parco i più piccoli potranno fermarsi a giocare mentre i più curiosi potranno proseguire per far visita al bacino del Canale del Cillarese, area naturalistica di estrema bellezza.
Nel passato crocevia e punto di incontro dell’Appia Traiana e dell’Appia Antica e della vecchia “Francavilla Brindisi”. Monica Fontanive ( Consigliera Nazionale Fiab Italia e EPMC ) tra gli organizzatori, vuole porre l’attenzione sulla fruizione del Parco del Cillarese, polmone verde della città di Brindisi. Promuove l’attenzione sulla manutenzione e ristrutturazione infinita della ciclabile “Pitacchi” , unica via lontana dalle strade, facilmente percorribile e capace di collegare i confini della città. E propone la realizzazione di un Pump Track ( percorso ad anello per bici composto da tratti con curve di tipo parabolico raccordate a tratti rettilinei con dossi con sequenze di varia altezza ) nella zona dedicata un tempo alle gare dei modellini di auto. Aderiscono alla giornata di festa in bici le associazioni: Cicloamici Fiab Mesagne, Casa delle Bicicletta, WWF, Legambiente Brindisi, Croce Rossa B r i n d i s i , Puliamoilmarebrindisi, Cambiamoci, Brindisi Antiche Strade, Il Bene che Ti Voglio, Autnotout, ASD GiochiamoInsieme, Eridano, Giardini di Naila, USAcli, Aurora Basket, Amani, il Consiglio comunale dei ragazzi, Associazione genitori scuola Europea di Brindisi, Ginnastica Temese, C.S.A. In., comitato provinciale per l’Unicef di Brindisi, che sarà presente, all’interno del Parco, con una propria postazione per promuovere e celebrare, anche attraverso i propri gadget solidali, la “Giornata mondiale del diritto al gioco” . Verranno invitati tutti gli Istituti Comprensivi e le scuole superiori di Brindisi. La scuola più numerosa verrà premiata.
Raduno e partenza Brindisi Viale Regina Margherita 1, ore 9:00
Indirizzo su Google Maps: https://maps.app.goo.gl/Dm4HBFNqrSzTEn4d9
Itinerario: facile e pianeggiante prevalentemente su strade secondarie e sulla strada d’argine dell’invaso
Lunghezza complessiva 13Km (giro completo)
Rientro: entro le 13
Possibilità di noleggio Si potranno noleggiare le bici presso il rivenditore Hitch bike in Via Osanna 44/46.
Info e capigita: Monica Fontanive 339 2742100, Giovanni Laresca, Antonio Licciulli 3333744725
L’invaso del Cillarese insieme con la diga e i canali affluenti (Gadolina, Cillarese, Capece) costituiscono il bacino idrografico del Cillarese. L’invaso è stato ottenuto sbarrando con una diga il canale Cillarese in modo da raccogliere le sue acque e quele dei suoi affluenti. La costruzione della diga ha avuto come effetto quello di sollevare le acque ma sempre all’interno della depressione carsica prodotta in migliaia e migliaia di anni dall’azione delle acque. Il Cillarese è un antico canale le cui acque nel loro scorrimento millenario hanno originato per erosione il Seno di Ponente del Porto di Brindisi. Secondo Plinio il vecchio le acque dolci del Cillarese generavano il clima ideale per l’allevamento delle ostriche. Queste con un ingegnoso sistema di trasporto e conservazione giungevano a Roma ed erano una sorta di “status symbol” sulla tavola dei patrizi.
Tutte le antiche mappe di Brindisi e del suo territorio riportano in corrispondenza del Canale, la presenza di un ponte. Secondo lo studioso di topografia antica Giuseppe Ceraudo, il ponte dell’antichità coincide nella sua posizione con l’attuale ponte sopraelevato della superstrada E55 in località Minnuta.
L’Invaso è stato realizzato negli anni 50 dalla cassa per il mezzogiorno per scopi puramente tecnici, ovvero per fornire acqua alle industrie a sud della città. Viene gestito dal consorzio SISRI che lo ritiene una semplice “area a servizio di un impianto industriale”. Nel giro di pochi anni dall’esecuzione del manufatto, l’invaso è diventato un habitat naturale per varie specie di uccelli stanziali marini e/o acquatici ed una meta preferenziale per tanti uccelli migratori.
L’intera zona ha una estensione di circa 170 Ha, di cui oltre 100 sono oltre la diga di terra, che funge quasi da separatore tra due aree aventi caratteristiche diverse: la zona a monte si presenta nel suo stato più naturale, a valle, vive nella sua fisica depressione di un isolamento in cui i rumori e i suoni arrivano come riferimento lontano, portato da quel vento che si infila – natura vivente – sotto i viadotti e nei campi coltivati e tra le baracche più o meno rade e isolate. Un vero POLMONE VERDE creato involontariamente dall’uomo.
L’area paludosa negli anni 80 è stata bonificata, grazie alla costruzione di un invaso artificiale, realizzato con fondi della Cassa per il Mezzogiorno, e trasformata in un bacino idrico per fornire acqua alle industrie locali. Viene gestito dal Consorzio ASI Brindisi. Nel giro di pochi anni dalla realizzazione della diga, l’invaso è diventato un habitat naturale per varie specie di uccelli acquatici stanziali e meta per tanti uccelli migratori.
Il toponimo Cillarese e la storia
Nel 1565 la masseria denominata Palatella, Salvagliola o Carvignola è posseduta a titolo di enfiteusi perpetua dal Capitolo di Brindisi dagli eredi di Simone Rota.
ll toponimo “Cillarese” si origina dai proprietari spagnoli che acquistarono la masseria nel 1710. Il giureconsulto e Vescovo, Francesco De Los Reyes, nato il 29 maggio 1694 e morto il 13 febbraio del 1769, inteso con il vezzeggiativo “Cillo”, Cillo Reyes da cui Cillarese. (fonte “Le masserie dell’agro di Brindisi. Dal latifondo alla riforma”, Carito Giacomo – De Castro Angelo)
Territorio
L’intera zona ha una estensione di circa 170 ettari di cui circa 100 occupati dall’invaso, circondato da colture. Vi è anche il bosco del Cillarese, un agglomerato di conifere. Le acque reflue del Cillarese sono scaricate per mezzo di un canale, che prende lo stesso nome, nel Seno di Ponente. Ha una profondità di circa tre metri ed è alimentato dalle acque bianche provenienti dai comuni della provincia ad ovest del capoluogo, oltre che dalle costanti precipitazioni che avvengono nell’area.
Vincoli di tutela
Attualmente l’area è sottoposta a vincolo naturalistico in quanto “oasi di protezione della fauna” (DPGR n.376 del 6 agosto 1992). Il sito è stato inoltre dichiarato sito di interesse regionale (SIR; codice IT9140012), nell’ambito del progetto realizzato dal Ministero dell’ambiente per censire i biotopi che rientrano nelle rete ecologica europea “Natura 2000”, in applicazione della cosiddetta “Direttiva Habitat” (direttiva 92/43/CEE). L’area rientra tra le zone umide indicate dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica in cui svolgere ogni anno il censimento degli uccelli acquatici svernanti (codice zona:BR0501).
Fauna
Il bacino idrografico del Cillarese nel tempo un’importante zona di svernamento e nidificazione lungo le rotte migratorie di numerose specie di uccelli acquatici tra cui la rara moretta tabaccata (Aythya nyroca) ed altri Anatidi quali il moriglione (Aythya ferina), il mestolone (Anas clypeata), la folaga (Fulica atra). Altre specie segnalate sono la garzetta (Egretta garzetta), l’airone cenerino (Ardea cinerea), il tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e lo svasso (Podiceps cristatus). Occasionalmente sono stati osservati anche l’airone bianco maggiore (Casmerodius albus) e l’airone guardabuoi (Bubulcus ibis). In primavera è inoltre spesso segnalata la presenza della gru (Grus grus) e della cicogna bianca (Ciconia ciconia). Tra i rapaci vanno segnalati il falco pescatore (Pandion haliaetus) e l’albanella minore (Circus pygargus). Moltissimi gli anfibi (rane, rospi, salamandre ecc) che in alcune notti performano spettacolari concerti gracchianti. tra i rettili tra i quali figurano la tartaruga palustre, il biacco, la biscia dal collare e il colubro. Tra i mammiferi più comuni si possono incontrare le volpi, le lepri, le faine, i ricci e i cinghiali.
Come il Parco regionale dell’Appia antica a Roma rappresenta il punto di partenza, il tratto terminale del Cammino della Via Appia insieme con l’invaso e il parco del Cillarese ed il territorio agricolo circostante potrebbero formare un vero e proprio parco archeologico e naturalistico.
Il Parco di collocherebbe alla confluenza di 3 antiche direttrici: l’Appia Antica, la Vecchia Francavilla Brindisi e la Appia Traiana. Questa idea viene lanciata dall’associazione Cicloamici FIAB Mesagne e dal presidente della Provincia e sindaco di Mesagne Toni Matarrelli durante la manifestazione culturale e escursionistica del 24 Aprile a Mesagne.
Il presidente della Provincia Toni Matarrelli azionista del Consorzio ASI Brindisi si è impegnato a creare un tavolo di lavoro per riunire insieme i tecnici del Consorzio ASI e della Provincia per studiare la fattibilità di alcune ipotesi di collegamento tra l’itinerario Appia, l’itinerario Appia Traiana e l’area del Cillarese.
L’idea di un “Parco della Appia Antica” a Brindisi include e amplia l’attuale Parco cittadino del Cillarese per includere tutta l’area dell’invaso. Il Parco sarebbe anche il punto di arrivo di un altra importante itinerario storico: la Via Appia Traiana.