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mer 25 apr 2018

Resistere, Pedalare, Resistere: sui luoghi della Resistenza in Centro Cadore

Proposto da: FIAB BELLUNO APS

Pedalata ai piedi delle Dolomiti in uno dei paesaggi montani più belli d’Italia: il Centro Cadore, che fu anche teatro di tragiche vicende durante l’occupazione tedesca.  Per scaricare il programma clicca qui.

Raggiungeremo il passo della Mauria in pullman, qui, al confine tra Cadore e Carnia, è posta una lapide a ricordo di Max, Striss, Linda e Brusco, caduti il 14 giugno 1944 nel tentativo di recuperare materiale di un lancio alleato. Da qui inizia la nostra pedalata, in discesa, che passando per Lorenzago e Pelos ci condurrà (breve tratto stradale trafficato!) a Lozzo di Cadore.  Superato il paese, alla curva "dei sindaci", lapide partigiana a ricordo  del comandante della Brigata P. F. Calvi Sandro Gallo “Garbin”, di Alfredo Piccin “Mingi” e di Giovanni Valentini “Lilli”che qui persero la vita il 20 settembre 1944. Ecco le parole di un  testimone, “Volpe” Arturo Fornasier :” …sulla curva che precede quella “dei Sindaci” apparve lento un camion carico di truppa…ebbi solo il tempo di udire l’ordine di “Garbin” di lanciare le bombe che da ore tenevamo pronte. Così facemmo tutti, ma, dopo il primo camion, ne apparve un secondo e poi un terzo. Si fermarono sulla curva e con le loro mitragliere ci presero alla schiena. E fu una strage.”

Ci portiamo poi a Domegge, teatro di eventi tragici: il 23 ottobre 1944 i tedeschi accerchiarono il paese. Loris Frescura, “Folgore”, si nascose in una cabina elettrica, scoperto, per non farsi prendere vivo, si suicidò aggrappandosi ai fili dell’alta tensione. Due giorni dopo, il 25 ottobre, vennero impiccati Renato De Bernardo “Ivan” di 22 anni e la giovane staffetta, 17 anni, Duilio Cian.

Un altro atto di bestiale violenza va ricordato: l’11 settembre 1944 il partigiano Giacomo De Boni “Tarras”, stava tornando a casa, a Vallesella, venendo da Grea. Individuato da un reparto tedesco Tarras cercò di salvarsi scappando verso la montagna. I tedeschi gli diedero la caccia e, per rappresaglia uccisero a bruciapelo, con un colpo alla nuca, il giovane renitente alla leva Mario Fermo, da Brugnera, di 24 anni. Risalendo il sentiero all’inseguimento del partigiano, videro quattro donne al lavoro nel campo: Lucia Comis e le sue figlie Anna, Rina e Giovannina, le uccisero a bruciapelo. Fucilarono un anziano, Giuseppe Da Vià, di 68 anni, accorso alle grida delle donne, infine raggiunsero Tarras in un fienile e lo finirono. Conclusero la loro opera incendiando case e fienili.

Concluderemo la nostra pedalata a Pieve di Cadore, portando omaggio alla Chiesa di S. Francesco d’Orsina, che accoglie i partigiani caduti nella lotta di liberazione oltre ai caduti cadorini del 1848.

Per maggiori informazioni visitate il nostro sito www.bellunoinbici.it

 

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